La cheratosi seborroica è una escrescenza benigna che interessa la pelle; si manifesta con formazioni marroni-brunastre generalmente in rilievo. La superficie delle aree colpite da cheratosi seborroica tende a squamarsi e a formare crosticine untuose inclini a staccarsi.
Le cheratosi seborroiche si manifestano molto frequentemente nel volto e nel tronco di soggetti che hanno raggiunto l’età media avanzata, senza preferenza di sesso.
Solitamente, le cheratosi seborroiche esordiscono con papule giallastre che s’imbruniscono e si squamano con il passare del tempo. Le papule possono presentare dimensioni diverse, sia in base al soggetto, sia in base all’area interessata dalla cheratosi: in genere, si registra un diametro da 1 millimetro a 1 centimetro, ma si sono registrati casi in cui le papule sono ancor più evolute.
Spesso, le cheratosi seborroiche sembrano appena allacciate alla pelle e danno la sensazione di staccarsi facilmente. Proprio a causa della precarietà con cui le cheratosi seborroiche sono annesse alla cute, non è raro che si possano eradicare, parzialmente o completamente, in seguito ad un trauma.
Le formazioni seborroiche non sono contagiose, né infettive e, contrariamente alla cheratosi attinica, non possono evolvere in forme tumorali maligne.
Il dermatologo deve diagnosticare correttamente il disturbo, analizzando ogni singola verruca seborroica per evitare eventuali equivoci: melanoma, carcinoma spino cellulare e basocellulare. Attraverso la dermatoscopia, lo specialista è in grado di effettuare una corretta diagnosi e differenziare la cheratosi seborroica da malattie cutanee di altra natura.
Di solito le cheratosi seborroiche vengono trattate per motivi estetici. In tal caso, la diatermocoagulazione, la crioterapia e il laser rappresentano possibili soluzioni per l’eliminazione delle cheratosi seborroiche.
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